Lo diceva uno dei comici (napoletani) di Zelig. E in effetti la ricomposizione degli equilibri nella nuova amministrazione Obama – gli equilibri che riguardano il Medio Oriente – non si è ancora conclusa. Il caso Chas Freeman è solo la punta dell’iceberg, solo il fatto più eclatante (e uno dei pochi che conosciamo) della ricomposizione da manuale Cencelli in corso tra dipartimento di Stato e organismi che riferiscono più direttamente al presidente. Non sono tecnicismi, è evidente. Le nomine e la loro collocazione nell’organigramma diranno molto sul futuro, su quello che succederà sui dossier Iran, Siria, Libano, Israele-Palestina. Con la domanda ancora irrisolta: ma non si rischierà una politica schizofrenica, o comunque fragile, sul Medio Oriente?