Alaa Abd-el Fattah è giunto al giorno 86 di sciopero della fame. E Mona Seif, sua sorella, è al quindicesimo giorno di astensione dal cibo. Sana Seif, la sorella minore, è a Berlino a incontrare i politici tedeschi e fare campagna per il caso di Alaa.
Non mi sembra ci siano altre novità, purtroppo. Ma lo sciopero della fame di Alaa continua, ed è impossibile restare indifferenti. Lontani. Distanti. Ieri il nome di Alaa è rimbalzato più e più volte nella piazzetta degli artisti di Corviale, sotto l’ombra del Serpentone della Magliana, durante il pomeriggio conclusivo del primo festival MIP, “Il Mondo in Periferia”. Alla presenza di decine e decine di persone, che nella periferia di Roma sono più attaccati al mondo di quanto si pensi, Laura Cappon, Maati al Sandouby e Costanza Spocci hanno parlato di Egitto, di come la rivoluzione cambia il modo di pensare, dei 60mila nelle carceri egiziane di cui non conosciamo tutti i nomi. Nominare Alaa significa anche nominare tutti gli invisibili ingoiati nel sistema repressivo egiziano.
Continua, così, il digiuno solidale a staffetta di 24 ore in Italia. Continua, oggi 26 gennaio, con il digiuno di Elena Chiti, studiosa di storia culturale del Medio Oriente e traduttrice editoriale dall’arabo e dal francese all’italiano.
Chi vuole partecipare al digiuno, chi vuole compiere un gesto, uscire dalla bolla virtuale e con il corpo partecipare a un gesto di solidarietà, dunque largamente politico, può scrivere a info@invisiblearabs.com